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Una panoramica sull'alluminio

L'alluminio è ovunque, dalle navicelle spaziali alle nostre cucine. Esaminiamo nel dettaglio questo metallo così diffuso e scopriamo il suo ruolo nell'industria del confezionamento.
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L'allumino è parte integrante della nostra vita quotidiana: è presente in ogni cosa, che si tratti di elettrodomestici, impianti elettrici, automobili, contenitori da asporto, perfino nel rotolo di carta stagnola nascosto nel cassetto della cucina. Questo metallo argentato onnipresente è, tuttavia, una delle scoperte naturali più recenti e risale a meno di 200 anni fa.

Il simbolo chimico dell’alluminio è Al e il suo numero atomico è 13 Fonte: Britannica

La Cina è oggi il maggior produttore di alluminio Fonte: Business ranker

L'alluminio costituisce il 20-80% del peso strutturale di un aereo Fonte: simple flying
La storia

La scoperta dell'alluminio è tutt'altro che lineare. Il metallo non si trova in natura nella sua forma pura e deve quindi essere separato attraverso un processo chimico. Molti scienziati hanno avuto un ruolo decisivo nel percorso per trovare il processo ideale. Dal 1825, quando il metallo è stato isolato per la prima volta in laboratorio tramite elettrolisi, al 1885, quando è stato prodotto il primo alluminio industriale, fino al 1886, quando è stato scoperto un metodo di produzione economicamente efficiente in diverse parti del mondo contemporaneamente. Tre anni dopo, un chimico austriaco inventò un metodo per estrarre l'ossido di alluminio dalla bauxite.

Insieme, il processo Hall-Héroult e il processo Bayer hanno cambiato il modo di considerare l'alluminio e hanno portato all'adozione diffusa del materiale. Ad oggi, entrambi i processi sono parte integrante della produzione di alluminio.

Il processo

La produzione di alluminio prevede tre fasi fondamentali. La prima fase prevede l'estrazione della bauxite, il minerale più comune fonte di alluminio. Nella seconda fase, la bauxite viene raffinata in allumina o ossido di alluminio tramite il processo Bayer e, infine, l'alluminio puro viene estratto con il processo Hall-Héroult utilizzando l'elettricità. La fase finale è chiamata anche fusione. Alla fine, da 4-5 tonnellate di bauxite si estrae una tonnellata di alluminio.

La diffusione

Trasporti, edilizia, elettricità, beni di consumo: non c'è praticamente nessun settore in cui l'alluminio non venga utilizzato in qualche forma. La sua ampia adozione è dovuta alle sue proprietà, tra cui: bassa densità, conducibilità elettrica, rapporto forza-peso, malleabilità e riciclabilità. La diffusione dell'alluminio negli imballaggi per alimenti e bevande è dovuta anche alle sue eccezionali proprietà di barriera che bloccano luce, ossigeno e umidità.

Le sfide

È un dato di fatto che l'alluminio costituisce più dell'8% della crosta terrestre, ma la complicata procedura di estrazione del metallo non è priva di sfide ambientali. L'impatto ambientale della produzione di alluminio può, infatti, essere notevole: si va dal suo sottoprodotto tossico, il fango rosso, all'ampio consumo di energia. L'impronta di carbonio della produzione di alluminio ammonta a circa il 3% delle emissioni industriali globali, e la fusione è responsabile della quota più elevata nella catena di approvvigionamento. 

L'Aluminium Stewardship Initiative (ASI) si impegna attivamente per ridurre le emissioni in modo significativo, richiedendo alle fonderie di ridurre le emissioni al di sotto di 8 tonnellate di CO2 per tonnellata di alluminio prodotto entro il 2030. Per questo è importante utilizzare solo alluminio certificato ASI, come facciamo da anni in SIG per tutte le confezioni che hanno un sottile strato di alluminio.

La via del riciclo

Riciclare l'alluminio richiede solo il 5% dell'energia necessaria per estrarre alluminio grezzo, senza il massiccio impatto dei sottoprodotti tossici. Poiché l'alluminio è riciclabile all'infinito, è fondamentale che il materiale non finisca nelle discariche. Ma è più facile a dirsi che a farsi, soprattutto per le confezioni monouso per alimenti e bevande in alluminio, come i contenitori da asporto e i fogli di alluminio. Anche se i dati indicano che quasi il 70% delle lattine di alluminio a livello globale viene riciclato, l'impatto ambientale del restante 30% non è trascurabile ed è imperativo per le organizzazioni di tutto il mondo intensificare le iniziative di riciclo.

L'alternativa  

Oggi la riduzione dell'impronta di carbonio è una priorità sia per i consumatori che per le aziende. Non c'è da stupirsi che anche queste ultime siano alla ricerca di alternative all'alluminio, sia come materiale di uso quotidiano per cuocere e cucinare, sia per le confezioni per alimenti e bevande. Anche le confezioni asettiche in cartone fino a poco tempo fa avevano un sottile strato di alluminio, considerato essenziale per garantire la sicurezza alimentare. Ma in SIG siamo stati pionieri e abbiamo creato la prima confezione asettica in cartone al mondo senza alluminio. Questa soluzione all'avanguardia nel settore ha un'impronta di carbonio fino al 27% inferiore rispetto ai materiali di confezionamento standard SIG e offre tutte le proprietà di barriera dei cartoni asettici standard con una stabilità di conservazione anche per i prodotti sensibili all'ossigeno.

Nel corso della serie, abbiamo analizzato diversi materiali di confezionamento. Se ti sei perso qualcosa, non lasciarti sfuggire il prossimo post in cui riepiloghiamo tutti i materiali o iscriviti alla nostra esclusiva newsletter bisettimanale per ricevere il riassunto nella tua casella di posta elettronica.

Pubblicato in
Data di spedizione
  • settembre 20, 2023